PROGENIE DEGENERE

Quello che troverai nel mio Blog, vuole essere un input alla tua curiosità e genialità artistica, senza sottovalutare l'attenzione di quanti si ritengano palesemente "negati per la pittura". A tutti consiglio di liberarsi attraverso il colore, senza lasciarsi inibire, condizionare dal giudizio: probabilmente l'arte più significativa è stata quella generata dall’irragionevole nell'irragionevole. Oltre la giusta contraddizione, se la Tecnica è una base concreta, la genialità è un'altezza inconcreta, appunto amorfica, irraggiungibile, inafferrabile…

sabato 13 luglio 2013

ACQUERELLO

ACQUERELLO. Pittura ottenuta diluendo e macinando la polvere colorata con dell’acqua addizionata a della gomma arabica o altre sostanze come la glicerina, il miele, lo zucchero. I COLORI ad acquerello possono essere applicati oltre che sulla carta anche sulle seguenti superfici: avorio, pergamena, seta, vetro; sulle superfici preparate a gesso; su tavolette di legno dandovi sopra una mano di bianco d’uovo, che rende impermeabile il legno e quindi lo prepara a ricevere il colore; sulle superfici grasse come la pittura ad olio, attraverso preparati ausiliari. Cenno storico: l’uso di questa tecnica all’acqua, viene fatto risalire alla più remota antichità; ma risalgono al 1400 le notizie più certe; in Germania, con Alberto Dürer (1471-1528), il quale si avvalse di questa tecnica per dare colore ai suoi disegni a penna e per gli schizzi relativi ai suoi viaggi. Nel 1600 presso gli olandesi; nella metà del ‘700 presso gli inglesi, con Turner e Ruskin; anche in Francia con il Fragonard ed il Watteau e Boucher. Il grande Delacroix  usava questa tecnica associata agli schizzi, mentre Corot per ricreare pittoricamente gli effetti di luce. In Italia, solo a partire dalla metà dell’800, prima a Napoli, poi a Milano e quindi Roma.

GLI ELEMENTI: acqua, carta, colori, tavolozza, pennelli. L’ACQUA: fondamentale, deve essere pura, meglio se distillata (cambiarla spesso durante il lavoro). La CARTA: le migliori sono quelle che risultano oltre che solide, bianche e non troppo assorbenti. Le carte comuni sono molto assorbenti, è quindi preferibile trattarle, bagnarle, con una soluzione di allume. Avvertenze: non bisogna sfregare eccessivamente la carta con la spugna bagnata, questo priva la carta della parte gommosa, e la rende troppo assorbente quando accoglie i pigmenti. Lo stesso vale per i pennelli, mai sfregare la carta, per evitare di intaccarne la levigatezza; ed anche la matita, deve essere usata con delicatezza: non deve essere ne troppo tenera, perché sporcherebbe la carta; né troppo dura, potrebbe inciderla. Inumidire la carta prima di dipingere; bagnare il foglio con pennello morbido o spugna fine e pulita, subito dopo tamponarlo con cencio bianco di fibra delicata e pulita. Nell’applicare una tinta sopra l’altra asciutta, inumidire la tinta e subito tamponare con carta assorbente. Per mantenere umida la carta durante l’uso della tecnica ad acquerello, la carta può essere stirata su di un telaio ed inumidita nella parte sottostante; oppure mettendo un foglio umido su di un vetro, il quale eviterà che l’acqua evapori, mantenendolo più a lungo umido.

• I COLORI: quelli di buona qualità, si presentano molto macinati e contengono poca gomma per sciogliersi con facilità e nel contempo rimanere ben fissati. Il bianco d’argento, il verde di cobalto, considerati ottimi ad olio, non sono consigliabili all’acquerello; mentre lo sono il Bianco di bario, quello di China, l’indaco, il giallo indiano e la seppia, che viceversa non sono consigliabili per la tecnica all’olio. • La TAVOLOZZA: deve essere di lamiera di ferro smaltato o di porcellana, ma anche un piatto comune può fungere da tavolozza. Anche un cristallo posto su di un foglio bianco, può trasformarsi in una funzionale tavolozza.

.• I PENNELLI: devono essere di martora o puzzola; anche quelli di setola, quelli piatti, sono utili per tratti robusti, per esempio per il verde del paesaggio (foglie, prati etc.); mentre per raffigurare un grande spazio, come ad esempio il cielo, il pennello dovrà essere quadrato e più grande. Normalmente si usano due soli pennelli, uno per dipingere, l’altro per inumidire i toni e quindi alleggerirli, ma, è anche vero che ogni tecnica diventi speciale proprio perché siamo noi a renderla tale, apportando varianti, frutto dell’esperienza. I pennelli devono essere tenuti sempre puliti, sia durante il lavoro che dopo. Altri elementi: abbiamo già citato le proprietà della carta assorbente, che non deve mai mancare durante il lavoro, per alleggerire i toni ed eliminare l’acqua in eccesso dal foglio e dai pennelli; l’agata, utile per coprire la parte che si è raschiata e successivamente ridipingervi sopra. Sostanze utili: l’allume, utile per un tipo di carta comune, poiché la rende meno assorbente. Stenderlo prima di iniziare il lavoro. La chiara d’uovo, passata su di una tavoletta di legno, permetterà a questa di accogliere i colori ad acqua. La glicerina è ottima per ritardare l’asciugatura dei colori; mentre l’alcool puro serve per l’esatto opposto, e cioè per accelerare l’essiccamento dei colori. La gomma arabica serve per rendere i colori insolubili; per evitare che il lavoro si screpoli, aggiungere qualche goccia di olio di noce o di lino nell'acqua. L’acqua di riso, di amido o di colla di farina, si impiegano per dare maggiore consistenza ai colori ad acquerello. Come si danno le velature: aspettare che il dipinto sia ben secco, prima d’applicare la velatura con massima meticolosità, al fine che la parte sottostante non si screpoli o disciolga; per ovviare a quanto menzionato, passare una mano di fissativo per acquerello sulla parte, prima di passarvi la velatura; se invece si vuole modificare quanto già dipinto, si userà del dissolvente per acquerello. Il fissativo deve essere applicato con un pennello morbido, prima orizzontalmente, poi verticalmente. Il fissativo a spruzzo è anche consigliato.


TECNICHE PITTORICHE

 

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